Successo strepitoso al Maker faire Rome: chi sarà il nuovo Nick D’Aloisio?

Successo strepitoso per il debutto italiano dell’appuntamento annuale dei makers, sbarcato per la 1° volta nel vecchio Continente.

Pochi giorni fa ha chiuso i battenti la 1° edizione del Maker faire Rome 2013, la kermesse dedicata alle startup e ai loro giovani talenti, organizzata da Massimo Banzi (co-fondatore del progetto Arduino) e Riccardo Luna (affermato giornalista e divulgatore scientifico) con il supporto di Asset Camera (CCIAA di Roma).

L’evento è nato nel 2006 per merito del magazine americano “Make” in collaborazione con Dale Dougherty, fondatore del movimento.
Da allora i makers si erano sempre confrontati nella splendida Baia di San Francisco, ma la tappa organizzata quest’anno nella città eterna, non è stata da meno.

Il grande successo dell’edizione romana è stato decretato dagli oltre 30.000 visitatori che hanno invaso il Palazzo dell’Eur, partecipando con grande entusiasmo sia ai workshop che ai laboratori interattivi.
E non solo. Lo stesso Dougherty si è detto entusiasta dell’ ottima riuscita e di tutta l’ organizzazione dell’happening italiano, tanto che non vede l’ora di partecipare al Maker faire Rome 2014!

Per la manifestazione sono stati selezionati più di 250 giovani inventori. Tra tutti, il primo premio è stato vinto dal “Belluzzi Gooble Bike” ideato dal team di studenti bolognesi. Si tratta del progetto di una ciclette integrata a Google Street View, dotata di un display che interagisce con la strada virtuale (discese, pendenze) come se si trovasse realmente sul posto.

Premiati a parte, tutti i presenti: startup innovative, spin off e nuove imprese che sono stati ugualmente protagonisti, motivati dalla voglia di visibilità e di sviluppare nuove progettualità, ognuno con il suo ruolo ben distinto.
Infatti lo scopo dei makers è proprio quello di operare sinergicamente per dare vita ad un ecosistema che, diversamente dal passato, parte dal basso.
Gli interessi più comuni di questi giovani talenti sono legati all’open source: dalle apparecchiature elettroniche alla robotica, fino alle stampanti 3D.

Negli Stati Uniti questo nuovo business model è già stato recepito, tanto che spesso una startup sconosciuta ma innovativa, viene rilevata da una big company con un brand famoso, che ha bisogno di aggiornare il proprio know how.
Anche in Italia esistono valide realtà e spin off che però avrebbero bisogno di un supporto legislativo organico, meno lento e macchinoso, che favorisca lo sviluppo della startup.
Ad esempio con bandi sempre aperti che prevedano lo stanziamento di contributi a fondo perduto per i progetti più meritevoli, come già avviene all’estero.

Speriamo che il successo, senza precedenti, del Maker faire Rome possa servire, anche in questo senso, a smuovere le acque.
Siamo sempre più convinti che tra i partecipanti (e anche tra di voi) ci siano tanti giovani pieni di “idee rivoluzionarie” ai quali auguriamo lo stesso successo del diciassettenne Nick D’Aloisio, londinese, ma di origine italiane, creatore di Summly, un’ app acquistata da Yahoo! per 30 milioni di dollari!

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3 commenti

  1. Ciao io ero lì. E’ stato bello vedere ragazzi più piccoli di me con tanto entusiasmo e creatività. Sto perdendo tempo a scuola, troppa teoria e poca pratica. Grazie per i consigli, il sito è ben fatto. A breve vi contatterò in privato

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