Economia circolare e startup green

Economia circolare e startup green, da cosa nasce cosa.

Che tutto ha un inizio ed una fine è ben risaputo ma sarebbe bello cominciare a pensare che ogni fine possa rappresentare un nuovo inizio, magari per un differente divenire.

L’economia circolare è un nuovo modello di business e un nuovo modo di vedere i prodotti e i servizi nell’ottica della riproduzione del ciclo vitale naturale in cui la morte rappresenta sempre una possibilità di rinascita.

I maggiori obiettivi dell’economia circolare sono quindi l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti, insiste inoltre sull’importanza di vendere servizi piuttosto che prodotti. La cultura del “produci, usa e getta” è diventata insostenibile sia per i costi sia per l’uso spropositato di acqua ed energia sia per l’immane produzione di rifiuti. A questa idea lineare di economia va quindi a sostituirsi un’idea circolare che ha i seguenti principi fondamentali:

  • I rifiuti sono cibo: i rifiuti non esistono. I componenti biologici e tecnici di un prodotto sono progettati col presupposto di adattarsi all’interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e la ri-proposizione.
  • La diversità è forza: modulari, versatilità e adattabilità sono da privilegiare in un mondo in veloce evoluzione.
  • Fine dello spreco d’uso del prodotto: l’economia circolare guarda ai processi di condivisione di prodotti e oggetti (sharing economy).
  • Energia da fonti rinnovabili: l’energia dovrebbe provenire dal flusso generato dalle forze naturali;
  • Pensiero sistemico: gli elementi sono considerati come adatti a infrastrutture, ambiente e contesto sociale importante quindi è capire come le cose si influenzano reciprocamente entro un intero.

Nell’ottica dell’economia circolare molte sono le startup virtuose che si sono distinte per funzionalità e creatività e che fungono da apripista per un nuovo e virtuoso modo di fare impresa, economia e cultura. Raccontiamo alcune idee d’impresa che ci hanno particolarmente colpiti per la loro fruibilità, originalità e per la loro capacità di resilienza.

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The Breath” il tessuto che respira.

A prima vista appare come un semplice tessuto, in realtà è  un rivoluzionario prodotto antismog, un  vero e proprio tessuto che “respira”, eccezionale invenzione, frutto del lavoro di una startup italiana, Ecoprogram Group, che lavora per la realizzazione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia a tutela dell’ambiente. “The breath” sfrutta il naturale movimento dell’aria per purificarla dalle molecole inquinanti grazie ad una tecnologia che sfrutta il lavoro di nano molecole per catturare e disgregare gli inquinanti presenti nell’aria. Con questo tessuto si possono realizzare bellissimi quadri, cartelloni pubblicitari e stampe di design con le quali arredare spazi interni ed esterni.

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Carmina Campus e il suo motto: “Save waste from waste”.

Carmina Campus utilizza materiali industriali, comunemente considerati scarti, come fonte di ispirazione e materia prima per i suoi prodotti unici e di tendenza. Materiali di scarto non usati, rifiuti industriali, eccessi di produzione, fondi di magazzino, campionari, materiali difettosi o inutilizzati, fondi e linguette di lattine, tutto nelle mani di esperti artigiani italiani acquista nuova vita come parte di oggetti di design, come complementi di arredo, borse e monili preziosi.

 La Cooperativa Caviro e il ciclo virtuoso dell’uva.

Dal progetto messo in campo dalla Cooperativa Caviro l’uva ne vien fuori come la regina  dei prodotti a spreco zero, un ottimo esempio di economia circolare. Dai grappoli raccolti nelle vigne non si ricava solo vino pregiato, ma anche molti altri prodotti, come alcol e mosti, zucchero d’uva che finisce nelle confetture, polifenoli che arricchiscono le creme antiage o danno colore alle bibite,  acido tartarico naturale, utilizzato in molteplici settori: dall’edilizia alla farmaceutica, all’alimentare. Con quel che resta si produce energia tramite i biogas, fertilizzanti e compost che, nell’ottica di circolarità, ritorneranno alla terra.

Vegea: gli scarti d’uva che diventano pelle.

Vegea è un prodotto innovativo frutto di studi e ricerche che si sono posti l’obiettivo di trovare alternative ecofriendly e animalfree  all’utilizzo di prodotti e materiali comunemente impiegati nel settore moda. La vinaccia, prodotto di scarto dell’uva, si è ancora una volta dimostrato materiale duttile e ideale al riciclo e all’economia circolare tanto che l’azienda sta industrializzando il processo produttivo di Vegea in collaborazione con industrie tessili e cantine vinicole non solo per il settore moda ma anche per il settore arredo, packaging, automobilistico e trasporti.

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Fater e il riciclo di pannolini usa e getta.          

Quanto ci metterebbe l’ambiente a “digerire” i pannolini usa e getta? Si è calcolato un tempo di circa 450 anni. Fater ha realizzato a Treviso il primo impianto italiano di riciclo di pannolini usa e getta, così da produrre nuove materie prime seconde. Il processo tecnologico di riciclo, start up Fater, genera infatti plastica in granuli e materia organico-cellulosica di elevata qualità e completamente sterilizzate grazie all’utilizzo del vapore che elimina tutti i potenziali patogeni e i cattivi odori. Da oggi quindi i pannolini usati si potranno riciclare e diventeranno arredi urbani, molteplici oggetti di uso quotidiano, cartoni per imballaggi industriali e fertilizzanti.

Mook e il legno che rivive.

Mook crea e produce oggetti con materiali di recupero, pezzi unici che nascono dalla raccolta e dall’assemblaggio di materiale “scaricato dal tempo”. Legni consumati dal mare, oggetti  dimenticati dalla città, pezzi di vecchie porte o mobili e stoffe e parti metalliche di meccanismi che nessuno usava più, vengono ricomposti secondo le regole del riciclaggio artistico fino a realizzare sculture e oggetti d’uso.

Le olive oltre l’olio.

Un ottimo esempio di economia circolare è quello offerto dalla Klimis, piccola azienda greca che ha inventato le bio bricchette per il barbecue utilizzando gli scarti dei semi delle olive: un modo per utilizzare i rifiuti, creare un nuovo prodotto e, allo stesso tempo, proteggere l’ambiente. Il prodotto innovativo ed ecofriendly non è passato inosservato tanto da essere premiato dal sistema comunitario di Ecogestione e Audit (Emas).

Gli agrumi bio della legalità.

Il Consorzio biologico calabrese Goel Bio comprende 25 aziende agricole certificate biologiche e produttrici di circa 20mila quintali l’anno di agrumi (arance, clementine, bergamotto e limoni) oltre ad olio d’oliva e Cipolla rossa di Tropea Igp. Le parole chiave sono: legalità, no al lavoro nero e al caporalato, rispetto per il lavoratore e per l’ambiente. Nel 2018 è stata programmata l’apertura di un impianto per la spremitura degli agrumi che consentirà alla cooperativa di realizzare una nuova gamma di succhi 100% biologici, ma l’innovazione, nell’ottica di un’economia circolare, è rappresentata dall’estrazione dal pastazzo di oli essenziali che verranno utilizzati per la produzione di prodotti di dermocosmetica completamente biologici.

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Ecopneus: da pneumatici ad isolanti acustici.

Ecopneus scpa è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU). Il consorzio promuove la ricerca e lo sviluppo delle applicazioni e dei mercati che possono utilizzare i materiali derivati dai PFU riportando a nuova e inaspettata vita gli pneumatici. Si passa dalla produzione di isolanti acustici all’erbetta sintetica, dalle gomme per pavimentazione all’asfalto riciclato, dalla gomma per stampa 3D alle nuove barriere stradali oltre al new design per casa e accessori moda.

Autore: Maristella Pellegrini

 

 

 

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