Coworking in progress

Ti presentiamo alcune idee nel filone della sharing economy: la nuova economia basata sulla condivisione. Non sono idee strampalate ma idee concrete e di successo.

COWORKING
Si tratta di condividere un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente. Lanciato in California nel 2005, da qualche anno, l’ufficio condiviso si sta diffondendo anche in Italia. I vantaggi sono quelli di abbattere i costi in quanto si può affittare una stanza o una scrivania anche solo per alcuni giorni, si possono condividere strumenti, contatti, idee e spazi con persone che hanno competenze anche differenti. Si guadagna in socialità, senza perdere di autonomia. Nessuna caparra, nessun impegno preventivo pluriennale, condivisione di spese di gestione (affitto, pulizie, segreteria, utenze ecc.). Sul web trovi tutte le principali strutture di coworking in Italia. Guarda il video:

FABLAB – OFFICINE FORMATIVE
Molto interessante è il mondo delle FABLAB/officine formative. Si tratta di laboratori attrezzati, una sorta di luogo di sperimentazione creativa. Nati a Boston più di 10 anni fa, da poco hanno preso piede in Italia. In questi spazi si impara attraverso la manualità, si costruiscono nuovi prodotti che funzionano anche grazie alla condivisione di postazioni e professionalità diverse. Si possono trovare oltre ai macchinari, le competenze e il supporto per la progettazione e la stampa in 3D. Non si possono descrivere a parole bisogna provarli o meglio bisogna operare all’interno per capirlo fino in fondo. Intanto guarda il video del FAB lab di Torino:

CAR POOLING (ad es. Blablacar.it) e CAR SHARING
Il car pooling è quando più persone viaggiano insieme nella stessa auto, che normalmente è di proprietà di uno dei viaggiatori, e dividono tra loro le spese di viaggio e manutenzione. Un tipico esempio di car pooling è rappresentato dal servizio offerto da www.blablacar.it. Gli aspetti positivi sono tanti, vanno dal minore impatto ambientale alla riduzione del numero di automobili parcheggiate su strada; dalla riduzione dei costi personali all’ottimizzazione dell’utilizzo della propria auto. Chiaramente c’è l’obbligo di prenotare preventivamente gli orari di utilizzo, una maggiore rigidità se si desidera cambiare programma in corsa.
Il car sharing, invece, è un servizio che permette di utilizzare un’automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio e pagando in ragione dell’utilizzo fatto. Significa letteralmente condivisione dell’auto. Si tratta di un servizio che permette di utilizzare l’auto solo quando necessario e pagare a tempo e/o in base ai km percorsi.

SOCIAL EATING
La condivisione è “servita”. Da una parte ci sono cuochi (professionisti o dilettanti) che organizzano cene a casa propria e dall’altra ci sono turisti alla scoperta di cucina locale ma anche persone che vogliono condividere una serata in compagnia. A metterli in contatto ci sono i siti web di social eating che permettono l’incrocio desiderato in base alle caratteristiche specificate. Visita i siti www.gnammo.com (il portale italiano di riferimento), www.ploonge.com, www.newgusto.com, e a livello internazionale la realtà più in voga è sicuramente Grubwithus.

BED SHARING
Condivisione di un posto letto o di un divano. Una delle tante trovate per aumentare la ricettività turistica, una forma di ospitalità alternativa. Sul sito www.bedsharing.org puoi trovare una piattaforma per la domanda e l’offerta d’ospitalità, soprattutto in occasione di grandi eventi.

COHOUSING
l termine cohousing è utilizzato per definire degli insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi (coperti e scoperti) destinati all’uso comune e alla condivisione tra i cohousers. Tra i servizi collettivi vi possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet cafè, biblioteca e altro. Le abitazioni private sono di solito di dimensioni più limitate rispetto alla media delle normali abitazioni (più piccole del 5 al 15%). Il motivo è duplice: contenere i costi complessivi dell’intervento (poiché a carico di ciascun proprietario vi è anche una quota-parte della spesa per la realizzazione degli spazi collettivi) e cercare di favorire in questo modo un più intenso utilizzo delle aree comuni. Un progetto di cohousing comprende un certo numero di famiglie che convivono come una comunità di vicinato (vicinato elettivo) e gestiscono gli spazi comuni in modo collettivo ottenendo in questo modo risparmi economici e benefici di natura ecologica e sociale. Visita il sito www.cohousing.it.
Per finire ti postiamo uno degli articoli più interessanti degli ultimi mesi dal titolo “cooperazione, condivisione e co-creazione”. Clicca qui.

Saluti condivisi

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3 commenti

  1. Conoscevo sia il coworking che blablacar. Comunque iniziative semplici con numeri enormi. Non sapevo del social eating e delle officine formative. Grazie
    Ho un’idea credo molto interessante, vorrei una consulenza potete aiutarmi?

    • Certamente Luca. Compila il ns form nella sezione contributi e spiegaci bene la tua idea imprenditoriale e la tipologia di investimento (es. macchinari, attrezzature, computer, mobili e arredi ecc. o se ti servono spese per la gestione ecc.). Immagina la tua impresa e il tuo progetto su carta e prepara già un preventivo dei costi che dovrai sostenere per partire, così non perdiamo tempo. A presto

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