C’è chi costruisce una stampante 3D in casa, smontando e rimontando pezzi di giocattoli elettronici, c’è chi ne fa una alta 12 metri per costruire case a prezzi contenuti e a bassissimo impatto ambientale; il primo ha 15 anni, si chiama Cesare Cacitti ed è un piccolo genio della stampante 3D che, dalla sua cameretta a Dueville, provincia di Vicenza, è approdato al Master dello Iuav in Architettura Digitale, la seconda è un’azienda di Massa Lombarda, la Wasp, che ha attuato l’ambizioso progetto di costruire case in argilla partendo da zero, naturalmente, con una stampante 3D.
Entrambi hanno in comune passione, impegno e il pallino del low cost, infatti Cesare Cacitti ha come sogno nel cassetto quello di costruire stampanti 3D a basso costo ed accessibili a tutti (di costo inferiore a 300 euro, a fronte degli attuali 400), non a caso il suo progetto, insieme ad altri 21, è stato selezionato per un percorso di sei mesi nell’incubatore padovano “Talent Garden”, realtà di professionisti che aiutano i giovani talenti a crescere, fornendogli supporto e competenze.
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Dalla passione all’impresa il passo sembra breve, ma non è privo di ostacoli, lo sa bene l’azienda Wasp (acronimo di World’s advanced saving project), creatrice di Big Delta, la stampante 3D più grande al mondo nata per garantire a tutti la possibilità di avere una casa ecosostenibile ed a prezzi contenuti.
La realizzazione di questo ambizioso progetto, a detta dei progettisti, è stata frutto di anni di studi e ricerche sulle proprietà della materia prima, l’argilla, un materiale “primitivo” che, però, andava adattato alle esigenze edilizie del XXI secolo. Una scommessa impegnativa, già raccolta con successo da americani e cinesi, cui va il primato di aver stampato in 3 dimensioni 10 strutture adibite a uffici; si tratta di moduli prefabbricati dal costo di circa 5.000 dollari, alti 7 metri e lunghi 10, realizzati in poco più di 24 ore.
Parole d’ordine del progetto, oltre a sviluppo sostenibile e costi bassi, sono autoproduzione e artigianato digitale: da un materiale antico come l’argilla, con l’ausilio della tecnologia 3D si possono realizzare, infatti, in tempi molto brevi e con costi di manodopera contenuti, abitazioni perfettamente funzionali, servendosi di materiali naturali come i semi di alcune graminacee che, inseriti nell’impasto da stampare, prevengono il seccarsi dell’argilla.
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E se a tutti questi vantaggi aggiungiamo anche la trasportabilità, ormai non possiamo più negare la genialità di questa stampante che è stata progettata per essere montata in tempi brevi, si alimenta a sole, vento ed acqua, e si presta all’utilizzo in zone del pianeta che non dispongono di strutture e tecnologie avanzate.
La prima casa in argilla “3D”, però, potrà essere realizzata soltanto con la collaborazione delle istituzioni, che già hanno manifestato interesse al progetto. Intanto studi e ricerche proseguono, ma la startup del futuro è già qui… e parla italiano.