All’EXPO delle startup di Milano durante la due giorni dedicata alle migliori imprese italiane, tra eccellenze, incubatori e investitori 5 ragazzi colpiscono la nostra attenzione. Eccoli pronti a tuffarsi.
Solari, tecnicamente preparati, disponibili e molto affiatati. Scambiando poche parole con alcuni di loro capiamo subito che si tratta di ragazzi con una solida formazione ed un’esperienza notevole nel settore dei dispositivi indossabili, i wearable device. Siamo certi che si tratterà di un’impresa di successo.
Ciao Francesco ci puoi dire in che cosa consiste la vostra impresa?
Xmetrics è una startup che si occupa di wearable device, crea e commercializzerà dispositivi tecnologici indossabili. In particolare i primi wearable device sono destinati al mondo del nuoto. Andrea Rinaldo l’ideatore di Xmetrics, è un ex nuotatore professionista, allenatore di nuoto e ingegnere delle Telecomunicazioni. Durante le olimpiadi di Londra 2012, dove ha partecipato con un suo atleta, si è accorto che un suo problema era un problema comune a tutti gli allenatori e nuotatori: non è possibile sapere con precisione cosa e come ci si sta allenando in vasca. L’atleta non ha riferimenti se non un orologione enorme appeso al muro e le urla del suo allenatore. L’allenatore riesce a seguire non più di un paio di atleti contemporaneamente e da qui l’idea.
Perché pensate possa piacere il vostro prodotto?
Perché attualmente non esiste niente di simile nel mondo del nuoto. Il dispositivo consentirà ai nuotatori di ricevere un feedback audio in tempo reale delle loro perfomance di allenamento. Mentre gli allenatori potranno raccogliere accuratamente i dati di allenamento dei loro atleti. Il wearable device è disegnato per essere posizionato sul retro della testa e comunica all’atleta tramite delle cuffie audio. E’ leggero, ergonomico, facile da utilizzare e unico. E poi, nascendo a Milano è anche di tendenza. 🙂
Ci puoi parlare del tuo team? Avete tutti le stesse competenze?
Il team è composto da persone con esperienze diverse tra loro ma complementari. Di Andrea abbiamo già parlato. C’è Davide Macagnano, PhD in Signaling Processing e ricercatore presso l’Università di Oulu in Finlandia (si occupa dell’algoritmo di analisi). Emanuele Vazzoler, Senior Program Manager & SW Developer, si occupa dello sviluppo hardware. Stefano Perego, Software and Firmware development, si occupa dello sviluppo del firmware. E poi ci sono io, Francesco Quartuccio, MBA e responsabile marketing & sales a tempo pieno di Xmetrics.
Quando, come e perché avete deciso di creare una startup innovativa?
Come detto l’idea ronzava nella testa di Andrea dalle olimpiadi di Londra del 2012. L’idea ha preso forma quando Andrea ha iniziato a prendersi cura di suo figlio durante le notti dell’estate del 2013. I bambini piccoli solitamente dormono poco, così Andrea ha sfruttato quel periodo per pensare seriamente a Xmetrics. Ha coinvolto sin da subito Davide, per avere una validità scientifica. Ad Emanuele e Stefano è stato chiesto di collaborare per la preparazione di un primo prototipo di test. Io, mi sono occupato della validazione del business. Da luglio 2013 a dicembre 2013 abbiamo testato il prototipo su più di 100 nuotatori, test che è sfociato nella richiesta di brevetto depositata nel dicembre 2013. Da lì abbiamo trovato un partner per la produzione, il design del prodotto, sino ad arrivare ad oggi.
Chi sono i vostri clienti?
I nostri clienti sono i nuotatori, gli allenatori e le scuole di nuoto.
Quali sono i vostri principali competitors?
Attualmente non si sono competitor diretti, esistono grossi nomi presenti sul mercato ma con orologio. Questi dispositivi sono meno comodi rispetto al nostro wearabale device, che viene posizionato sulla testa ed è solidale al corpo del nuotatore.
Avete avuto riconoscimenti in competition dedicate alle startup? Quali sono i pro e i contro nel partecipare a queste competizioni?
Siamo stati incubati dal Comune di Milano in FabriQ e contestualmente abbiamo ricevuto un contributo di 28.000€. Siamo partner di Microsoft BizSpark. Non ci sono grosse difficoltà nel partecipare, alle volte sono le condizioni imposte ai vincitori che non sono molto comode per una startup.
Il consiglio da dare ad un giovane imprenditore che vorrebbe trasformare una startup in un’impresa di successo?
Un’ottima idea ma soprattutto dedicarsi al 100% alla propria startup.